IL MESSAGGERO MARTEDI 26 MARZO 2002 |
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ECCO COSA C'E' NEL LIBRO BIANCO |
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La flessibilità nel testo di Biagi | ||
Rivoluzione nei
contratti per creare lavoro, ma anche più ammortizzatori sociali |
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ROMA Era il 4
ottobre quando il ministro del Walfare, Roberto Maroni diede a sindacati e
Confindustria il «Libro bianco sul mercato del lavoro» messo a punto dal suo consulente.
Molte cose sono accadute da allora, fino a quella tragica dell' uccisione di
Marco Biagi. Alcune proposte che conteneva, dal part-time, ai
«contratti di progetto», dal collocamento al lavoro «a chiamata», sono stati
inseriti dal governo nella delega chiesta al Parlamento. L'esecutivo ci ha anche
aggiunto l' articolo 18 sui licenziamenti subito bocciato dai sindacati.
E che nel Libro bianco non c'era. Se il confronto tra governo e parti sociali riprenderà,
sarà da quel testo (Pezzotta e Angeletti lo hanno detto chiaramente),nel quale Biagi,
partendo da un'analisi delle inefficienze del mercato del lavoro italiano, aveva
tratteggiato una riforma a tutto campo. Eccola nei suoi punti salienti. Dialogo sociale. Dopo i grandi accordi del 1984, '92 e '93 «il confronto tra istituzioni e parti sociali è parso declinare verso forme irrituali e inefficaci», ha scritto Maroni nella presentazione al "Libro bianco". Si cambia, arriva il «dialogo sociale». Le parti sociali saranno consultate prima di leggi e regolamenti in campo sociale e dell'occupazione. Se dal negoziato uscirà l'accordo entro un certo lasso di tempo bene, altrimenti il governo sarà libero di avviare l'iniziativa legislativa. Salari differenziati. Il documento sollecita «una più accentuata differenziazione dei salari reali» tra il Nord e il Sud. Nell'ottica di introdurre una maggior flessibilità si prospetta «l'opportunità di rivisitare l'attuale assetto contrattuale. Il contratto collettivo nazionale potrebbe sempre più assumere il ruolo di accordo quadro, capace di salvaguardare il potere d'acquisto delle retribuzioni-minime e flssare standard comuni». Questo faciliterebbe anche «la riemersione del sommerso», e «aiuterebbe a superare temporanee crisi occupazionali » Di converso, va rafforzata la contrattazione decentrata «legandola in maniera più |
Il professor Marco Biagi produttività». |
e glì incentivi all' occupazione vanno
rivisti per «estendere il livello delle tutele minime fornite dagli
ammortizzatori, prevedere trattamenti omogenei e non ingiustificatamente difformi,
minimizzare i possibili disincentivi al lavoro che dagli ammortizzatori possono
discendere». Licenziamenti e arbitrato. «Tutte le controversie di lavoro potrebbero essere amministrate con maggior equità ed efficienza per mezzo di collegi arbitrali. Con particolare ri[erimento al regime estintivo del rapporto di lavoro indeterminato, si potrebbe considerare la possibilità di con[erire allo stesso collegio arbitrale di optare per la reintegrazione o per il risarcimento». Referendum per gli scioperi. Il Libro bianco propone in referendum consultivo obbligatorio per proclamare lo sciopero, e il rafforzamento della commissione di garanzia che ha competenza nella gestione del conflitto nei servizi essenziali. Tutele. L'attuazione di direttive comunitarie non potrà in nessun caso giustificare la riduzione del livello generale di protezione dei lavoratori, "Statuto dei lavori". «Occorre riconoscere i profondi mutamenti intervenuti nell'organizzazione del lavoro..(...) 1l governo ritiene che sia ormai superato il tradizionale approccio che contrapponeil lavoro dipendente al lavoro autonomo, il lavoro nella grande impresa al lavoro in quella minore,' il lavoro tutelato al1avoro non tutelato». E ancora. «Alcuni diritti fondamentali devono trovare applicazione a tutte le forme di lavoro: si pensi aI diritto alla tutela delle condizioni di salute e sicurezza sul lavoro, alla tutela delle libertà e della dignità del prestatore di lavoro, all'abolizione del lavoro minorile, all'eliminazione di ogni forma di discriminazione nell'accesso allavoro, al diritto ad un compenso equo, al diritto di libertà sindacale(...). Al di sopra di questo nucleo minimo di norme inderogabili sembra opportuno lasciare ampio spazio all' autonomia collettiva e individuale». R.E.F. |
COSA DICE L'ART.18 |
LE ULTIME PROPOSTE DEL GOVERNO |
1 LE AZIENDE CON
PIÙ DI 15 OIPENDENTI (o 5 DIPENDENTI SE OPERANO NEL SETTORE
AGRICOLO) POSSONO LICENZIARE SOLO PER MOTIVI GIUSTIFICATI ('GIUSTA CAUSA') |
IN CASO DI LICENZIAMENTO SENZA GIUSTA CAUSA,
RISARCIMENTO INVECE DEL REINTEGRO IN TRE CASI: |
2 SE IL GIUDICE ANNULLA IL
LICENZIAMENTO L'AZIENDA E' OBBLIGATA A REINTEGRARE IL LAVORATORE NEL SUO POSTO DI LAVORO |
1 SOLO PER IL SUD NEL CASO CHE UN LAVORATORE PASSI DAUN CONTRATTO A TEMPO DETERMINATO AD UN CONTRATTO A TEMPO INDETERMINATO |
3 IN CASO DI ANNULLAMENTO OEL LICENZIAMENTO L'AZIENDA VERSA AL LAVORATORE UNA INDENNITÀ E I CONTRIBUTl SOCIALI. IL RiSARCIMENTO NON E INFERIORE A 5 MENSILITÀ | 2 PER I LAVORATORI ALLE
DIPENDENZE DI UN AZIENDA CHE EMERGE DAL LAVORO NERO |
4 IL LAVORATORE, SE VUOLE, IN SOSTITUZIONE DELLA REINTEGRAZIONE NEL POSTO DI LAVORO PUÒ CHIEDERE UNA INDENNITÀ MINIMA PARI A QUINDICI MENSILITÀ | 3 PER I
LAVORATORI CHE OPERANO NELLE AZIENDE CON MENO DI 15 DIPENDENTI E CHE, ATTRAVERSO LA
CREAZIONE DI NUOVI POSTI, SUPERANO QUESTO TETTO |
L'articolo 18 dello
statuto dei laVoratoRi è entrato in vigore nel 1970 |
QUESTE MISURE VERREBBERO ADOTTATE IN VIA SPERIMENTALE PER OUATTRD ANNI E DOPO DUE ANNI SI DOVREBBE VERIFICARE QUANTI POSTI DI LAVORO HANNO CREATO |